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venerdì 30 marzo 2007

Coniglio (lat. scient. Oryctolagus Cunilicus)

Specie di Mammifero dell'ordine Lagomorfi, famiglia Leporidi, selvatico, noto fin dall'anticihita' ed attualmente anche in paesi molto lontani da quelli di origine (Europa centro meridionale e Nord Africa). Ha modi di vita profondamente diversi da quelli delle lepri e pare che tra queste due specie esiste una vera incompatibilita', per cui, quando i conigli selvatici vengono immessi in una data zona, ne scacciano le lepri. Il coniglio selvatico è un roditore ad attitudini sociali, dotato di vista, udito ed olfatto acutissimi, veloce, agile, abilissimo nel nascondersi. Dal coniglio selvatico è derivato il coniglio domestico; l'addomesticazione ebbe inizio durante il Medio Evo nell'Europa Meridionale.

Da allora, grazie a particolari sistemi di allevamento, sono state ottenute varie razze che si tende oggi a classificare in quattro categorie :

 da pelliccia;
 da carne;
 da pelliccia e da carne insieme;
 sportive.

Alla prima appartengono, tra gli altri, il coniglio cincilla, il blu (di Beveren o di Vienna), l'argentato di Champagne, il Castorrex, l'angora il cui pelo veine filato.

Nel sistema di classificazione zoologica, questo animale appartiene ai lagomorfi, gruppo di mammiferi imparentati con i roditori. Classificare le razze di conigli non è semplice poiché bisogna considerare più fattori: taglia, colore.... . Le razze domestiche sono molto  numerose per il fatto che si sono sviluppate per le necessità degli allevatori interessati a trovare sempre nuove forme.

Il coniglio è un mammifero e i mammiferi sono il gruppo più evoluto dei Vertebrati. Il termine mammifero indica la presenza di ghiandole mammarie attraverso le quali i piccoli possono trovare il nutrimento necessario. La respirazione dei mammiferi è polmonare; si tratta di animale a sangue caldo (possiedono una circolazione doppia completa ). Quasi tutti gli appartenenti a questa classe sono vivipari: i figli vengono messi al mondo vivi e già sviluppati.

Per quanto sia possibile avere informazioni inerenti al coniglio tornando indietro nel tempo , si sa che era diffuso nelle regioni costiere del bacino del Mediterraneo (Spagna). Probabilmente il coniglio selvatico è partito da queste regioni per estendersi, di alcune centinaia di metri all'anno, nel resto dell'Europa Mediterranea e nelle foreste occidentali. Neanche oggi troviamo però la sua presenza nelle regioni a Nord.

Non va inoltre dimenticato che non è da molto tempo che questo animale viene addomesticato, si spiega così la sua assenza dal folclore e dalle tradizioni alimentari di alcuni luoghi. Ci sono sempre stati diversi modi per denominare il coniglio, ogni regione, già nell'antichità, aveva adottato un suo modo per identificarlo. E' per ciò molto interessante, oltre che divertente, poter vedere degli esempi: l'antichità romana identificava l'animale come un essere in grado di scavare tane profonde, slavi e ciechi hanno invece preso spunto dai loro vicini germanici per i quali il coniglio era "Koning" data la forte somiglianza con "König" (re) e lo chiamarono "piccolo re". Siccome per loro il re era Carlo Magno questo termine si trasformò poi in Krolik. Sono state numerose le strade seguite per cercare di trovare la vera origine di questa denominazione ma nessuno è mai riuscito a ricollegare l'esatta catena filologica. Alla fine del XVI secolo si assiste ad un importante cambiamento della storia del coniglio. A quell'epoca risalgono i primi tentativi dell'uomo nel concentrare esemplari selvatici in speciali recinti, dopo averli catturati con l'ausilio di reti o trappole. Non si può ancora parlare di una vera e propria domesticazione anche se questi animali vengono nutriti. L'uomo non si limita però a questo intervento, ma cerca di rafforzare alcuni caratteri del coniglio: taglia, peso, colore e pellame. I recinti che ospitano questi animali detti "garenne", sono circondati da un fossato pieno d'acqua e da un muro fatto di calce e sabbia; queste isole che risultano inaccessibili ad altre specie di predatori, sono perciò luoghi adatti per questi scopi. Ma anche in questa situazione rientrano elementi positivi e negativi: la riproduzione è buona ma ovviamente con il crescere del numero dei conigli aumentano anche le difficoltà legate all'alimentazione, a causa della quale anche la qualità della carne degli animali ne risente. Per questo motivo si è deciso di farli tornare alla loro origine selvatica. Si arriva perciò poco a poco alla vera addomesticazione nel XIX secolo; delle coniglie vengono tenute in gabbia, in una fattoria, con i loro coniglietti, in modo da avere sempre a disposizione una certa quantità di carne. Questa attività assume importanza fino al punto che alcune aziende con interessi commerciali cominciano a selezionare alcune razze. Nel 1830 viene introdotto un nuovo tipo di recinto che separa produttori da coniglietti.

"I maschi vengono collocati in piccole gabbie; le femmine in conigliere individuali, più grandi, provviste di rastrellieri, abbeveratoi, ripari, dove la madre può allattare e allevare i piccoli." (Delort, L'uomo e gli animali dall'età della pietra a oggi, Editori Laterza, 1987, pag. 343).
Dopo poco più di un mese i piccoli vengono separati due volte: dalla madre e, a dipendenza del sesso, maschi da una parte e femmine dall'altra. Trascorse alcune settimane da questo cambiamento, gli esemplari migliori vengono collocati su un posatoio (asse oscillante posto vicino al soffitto, il coniglio non si muove più per non cadere e dunque ingrassa). Tra il 1950 e il 1960, per continuare nell'opera di miglioramento delle razze, recinti e tecniche vengono modernizzati, infatti ci si preoccupa della salubrità dell'aria, della temperatura, del tasso di umidità, dell'alimentazione, delle condizioni igieniche - sanitarie , ...\

Al contrario di quanto si possa immaginare le razze di conigli sono state selezionate in base alla pelliccia e non alla qualità della carne. Se si parla di pelliccia non si può non far riferimento al coniglio d'Angora che più è vecchio e più produce un pelo qualitativamente migliore. Questa razza ha il pelame di una lunghezza che varia dai 10 ai 40 cm. Anche il procedimento per "prelevare questa pelliccia " è migliorato con il passare degli anni: all'inizio vi era lo spellamento, poi la tosatura ed infine la depilazione grazie alla quale ogni singolo coniglio può produrre un kg e trecento gr di pelo annualmente per poi venire utilizzato nella creazione di maglioni, calze, abiti, ...

Inizialmente le pelli venivano usate allo stato naturale o dopo un semplice procedimento che le rendeva più lucenti. Non essendoci particolari trattamenti si rendeva fondamentale, dopo una selezione delle razze, un'accurata scelta di pellicce secondo i colori delle mode. Per questa esigenza nel 1832 un certo Cougny adottò l'uso di sistemi di tintura. Attualmente il pelo viene utilizzato per tessuti e feltri e la pelle per la fabbricazione di colle, fertilizzante o in pellicceria se si tratta di una pelle molto resistente.

 

 
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